Eccomi qui a reimpostare i ruoli, tanti giovani da lanciare in prima squadra.
Come un allenatore mi ritrovo a disegnare i ruoli per ogni giocatore. Se è chiaro lo schema, spesso non hai i giocatori per giocarlo. Quindi plasmare il ruolo sul tuo dipendente è un’attività fondamentale affinchè ognuno possa dare il meglio.

Una volta definita la tattica, comincia il lavoro individuale. Tattica e tecnica. Così si parte con compiti semplici, sempre contestualizzati per farne comprendere l’importanza. Si guarda insieme il risultato, a brief preciso corrisponde un buon lavoro. Nei casi in cui il risultato è inferiore alle aspettative normalmente è il brief ad essere sbagliato.
Si inizia ad alzare l’asticella. Clima positivo. Si lavora insieme. Questo è il momento chiave. Metter le mani in pasta, assieme. Seduti vicino (in tempi di covid in mascherina). Curare il dettaglio. Far capire che la sostanza è importante, ma lo è anche la modalità di comunicazione, presentazione. Un lungo lavoro di crescita. E qui scatta anche il “reverse mentoring”. Quante cose ho appreso dai giovani nel preparare assieme i lavori.

Si gioca, partita ufficiale. “Martedì presenti tu”. Feedback immediato. Tecniche di presentazione. La prossima volta ci prepariamo assieme. E così deve essere. Fare le prove, tempo. Migliorare, crescere, richiedono tempo.
Così assieme non solo sale il talento, ma anche tu impari a guardare dall’alto le performance e riesci a capire meglio anche te stesso e il lavoro nel suo complesso.
E così passo dopo passo si arriva al giorno in cui il tuo talento, il tuo giovane in autonomia fissa le riunioni, l’agenda, fa da mediatore, raccoglie feedback e organizza le azioni. Il giovane entrato in campo dal 1’ minuto gioca tutta la partita e anche bene.
E ora, ora viene il bello. Alzi il numero di battute, sale la produttività e la tua funzione. E’ il momento migliore.
E poi?
Pianificare la crescita del talento, non perderlo. E tu riparti da un nuovo giovane, una nuova vita, da zero.