Sono un giovane talento, capisco al volo, sono attento al particolare. Ho passione e sono creativo.

Di fronte ad un problema propongo più di una soluzione concreta. Missione: crescita veloce.
Io, capo, che faccio? E’ in competizione con me, non lo faccio emergere. Lo metto in difficoltà. Mi mette in difficoltà lo cedo ad un’altra funzione.
Per me gestire un talento è una vera fortuna. Il talento ti spinge, ti fa crescere, fa crescere la funzione.

Allora mettiamolo in condizione di crescere rapidamente. E’ disordinato? Affianchiamogli una persona precisa e che pianifica. E’ debole sulla relazione? Mettiamogli accanto una persona smart e empatica.
Occorre creare una squadra che lo metta in condizione di giocare al meglio.
Poi dosiamolo, non buttiamolo allo sbaraglio. Bravo e veloce non significa esperto.
Analizzare i suoi punti di forza e di debolezza, confronto e condivisione.
Indicare la strada. Individuare il percorso. Costruire un percorso di carriera stimolante che dia continue motivazioni. Non perderlo e non bruciarlo.

Il talento è meraviglioso, perché ti impone la crescita, nel senso che essere alla sua altezza ti obbliga ad esser perfetto, aggiornato e preparato. Ti spinge e ti fa crescere.
Io voglio attrarre talenti.
Poi accade di perderli, ma tu non perdi di quota dove ti ha spinto rimani. Un altro talento, allora. Per continuare a crescere. Per arrivare in cima alla vetta.
Grazie a tutti i talenti che ho incontrato e che hanno spiccato il volo.
Io son pronto ad un altro talento, e voi?