Settembre 1981.” Buonasera sono Enrico Bruzzone, sono il vostro Mister”. Spogliatoio Emiliani, San Pietro Quinto. Allievi. Un bugigattolo umido, pareti cartonate. Confusione e battute da caserma.
“Giocheremo a Zona”. “Zona totale” disse il neo Mister. Io e Riccardo ci guardammo ridacchiando. “Zona?” Chiese un nostro compagno. “Cosa significa?”. Eh sì a quei tempi stava per essere adottata da Lieldhom nella Roma, ma pochi ne sapevano qualcosa.

Mister Bruzzone, noto giornalista di Tuttosport e volto di TVS, la tv del Secolo XIX, aveva deciso di fare il corso di Coverciano per allenatore, lì apprese la tattica a zona. Decise poi di sperimentarla con noi, come Mister.
Prima di scendere in campo, su di una lavagna divise il campo in settori. “Dovete presidiare la zona di campo di vostra competenza, non seguire l’avversario”. “difenderemo con 4 giocatori e il portiere sarà il superlibero, dovrà saper giocare con i piedi”.
Ci guardammo stupiti.
“Sulle punizioni da tre quarti, poco prima del calcio, al battito di mano di “Mere” la linea dei difensori salirà verso centrocampo. Obiettivo palla o uomo”. Aggiunse il Mister.
“Lo stesso sui corner, sul rinvio ci si alza tutti, tutti fuori”.

Fu così che la nostra avventura di gruppo, la più bella e significativa delle nostre vite cominciò.
Allenamenti e partite in cui tutti sperimentavano i diversi ruoli, io ho giocato in difesa, in attacco come falso 9, sulla fascia.
Le prime partite ufficiali, un vero disastro. Da un lato giovani e inesperti arbitri che si trovavano per la prima volta e senza supporto dei guardalinee che erano gli accompagnatori delle società, a dover fischiare decine di fuorigioco. Dall’altro, noi gli integralisti della zona.
La svolta fu quando alla fine del girone di andata, ultimi e con una manciata di punti, decidemmo di comune accordo col Mister di uscire solo sulle ribattute. Così agevolammo di molto il lavoro degli arbitri che comunque avevano cominciato a conoscerci.
I risultati cominciarono ad arrivare, vittorie e pareggi. I risultati, il carburante del clima. Noi diventammo un gruppo così coeso da mettere in difficoltà squadre più blasonate. Addirittura imponemmo il pareggio a Bogliasco alla Sampdoria, partita che finì con un tripudio finale e festa negli spogliatoi.
Io, falso 9 per l’occasione, segnai, ma fu tutta la squadra a segnare. Il mister mi disse con la sua solita ironia: ”Qui metteremo una targa. Giulio Bonini per una volta giocatore di calcio!”.
Finimmo a metà classifica con un parziale di primi nel girone di ritorno. Il più bell’anno calcistico della mia vita. Un gruppo. Un ‘esperienza nuova.
Un leader che credeva nella visione. Una squadra che lo seguiva. Un leader che ascoltava. Il sostegno e gli aggiustamenti condivisi e applicati alla virgola. La crescita del gruppo. I risultati. La coesione.

Che bella esperienza grazie Mister Bruzzone.
Per lei che ci guarda da lassù un pezzo rock che son sicuro le piacerà by The Clash Should I Stay or Should I Go, in altri termini esco o no sulle palle inattive?