Meglio edulcorare il feedback o andare diretti? Sandwich o pugno allo stomaco?
In tanti anni di lavoro mi è capitato spesso di dare e ricevere feedback. Tra quelli ricevuti mi ricordo in modo nitido i pugni allo stomaco, mi hanno lasciato il segno, mi hanno migliorato. Non erano rivolti alla persona, ma alla prestazione, a correggere gli errori per valorizzarmi. Non nascondo che spesso li ho vissuti con rabbia, e fastidio, ma hanno avuto il pregio di avermi scosso, di avermi fatto riflettere, di avermi cambiato.

Quelli fatti con lo stile “bastone e carota” li ho dimenticati, forse non li ho neanche ben capiti e soprattutto mi sono aggrappato alle osservazioni positive per affogare e nascondere il dispiacere che arrivava dal feedback negativo.
Quindi meglio il pugno diretto allo stomaco che lo strato morbido superiore del panino e quello inferiore per edulcorare il cuore, il centro del sandwich ovvero la parte da migliorare.
Così anche per i feedback che ho passato ai miei collaboratori ho sempre cercato di andare diretto al punto senza girarci attorno senza cercare di dire “bene, ma potevi…comunque bravo” rimestando così le acque e passando segnali contradditori di difficile discernimento da parte del collaboratore.
Il feedback è come lo stretching va fatto a caldo per migliorare l’elasticità e le performance successive.
L’importante che non sia diretto alle persone, ma alle prestazioni, ai comportamenti, al detto, con l’obiettivo di formare e migliorare, con osservazioni che possono far capire come sarebbe stato meglio muoversi.
No, non è un voto, una bocciatura è formazione.