Abbiamo bisogno di una nuova vita professionale, ma non abbiamo ancora in testa un’idea ben definita: ecco la To Don’t List.
Ma la to don’t list? No non è un errore è la to do list in negativo, ovvero la lista delle cose che non si vogliono più fare o che si vogliono fare di meno. In una logica di sottrazione arrivare a definire meglio il nostro percorso professionale futuro.
Questa lista ha carattere permanente, non vuole essere la lista delle cose da non fare nel giorno, ma quelle che si desidera fare di meno o per nulla, insomma una specie di promemoria dei limiti e dei disagi che non vogliamo più vivere, orari lunghi di lavoro, dimensioni aziendali, valori, retribuzione, gerarchia, attività, compiti.
Da dove cominciare?
- Analisi delle proprie esperienze e individuazione delle cose che non sono proprio piaciute, o piaciute di meno.
- Cosa si vuole trovare nel lavoro futuro, team, brigata, formazione, ambiente, valori.
- Agire sul CV per renderlo coerente con cose da fare e non fare pesando le proprie competenze.
- Flessibilità. Mantenere un margine negoziabile sui punti da non fare.
Quindi un approccio che mescoli cose da fare e non fare mantenendo margini di negoziazione per costruire il nostro futuro accompagnato da un CV che non è fisso, ma reso compatibile all’obiettivo.