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Il Panel

giuliobonini

Il presidio del punto vendita, l’attivazione di tutte le leve del merchandising sono fondamentali per garantire la presenza dell’assortimento e le performances delle referenze, lo sappiamo. Il punto che voglio toccare ora è la formazione dei punti vendita su cui operare: il panel.

Il panel parte sempre da una base anagrafica ad es. la Guida Largo Consumo Nielsen, che raccoglie indirizzi e potenziali dei supermercati/iper. Normalmente si scelgono i p.v. per potenziale, ma la ricerca della rappresentatività delle insegne e dei clienti porta ad inserire negozi anche con più basso potenziale.

Fattore spesso trascurato è la logistica che dovrebbe mirare a minimizzare i tempi a vuoto di tragitto da un p.v. all’altro.

Infine nel Panel si inseriscono i p.v. cruciali per “i prezzi consigliati”.

Il ruolo del merchandiser in tutto questo non deve essere passivo, ma attivo.

  1. Iniziale. Le distanze eccessive devono essere segnalate. Per garantire il maggior numero di visite e quindi la costruzione di giri visita logici e efficienti.
  2. Continuo. In questo caso dobbiamo ragionare con la matrice in figura. Il merchandiser soprattutto se dotato di tecnlogia: “merchandeasy” deve poter valutare il rapporto tra potenziale di crescita del p.v. e collaboratività dello stesso.

Per scegliere il panel può essere interessante valutare i p.v. con questa matrice:

Ovviamente il quadrante “grande potenziale e grande collaboratività” è quello migliore in cui i p.v.  sono da tenere e su cui agire.

Così come l’opposto è fatto da p.v. da scartare, non ci sono né opportunità né collaborazione.

Il quadrante con tanto da fare e poca collaborazione è un quadrante impegnativo, si cerca di coinvolgere il p.v. con un rapporto fiduciario, portando dati oggettivi. Se il rapporto dovesse partire allora saranno p.v. da tenere.

Per contro per i p.v. presenti nel quadrante con poco da fare e molto spirito collaborativo occorre valutare se è possibile andare oltre (accordo) ottenendo attività extra, come fuori banco, testate etc.. che possono modificare la valutazione.

Come si intuisce questo mapping non solo è incentrato sull’In Store Key Account che deve condividere le valutazioni, ma è variabile nel tempo e rappresenta un tema di grande e continuo confronto con la gerarchia aziendale.

Tutto questo per ottenere i migliori risultati possibili in tema di sell-out.

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