Il processo di Category è un processo complesso; significa: studiare gli spazi da assegnare alla categoria e alle sotto categorie, l’assortimento e il numero di referenze, i facing per prodotto e, talvolta, il posizionamento della categoria all’interno del p.v..
Nella maggior parte dei casi di lancio di un category, i risultati sono decisamente positivi. Sarà l’ordine, la leggibilità del display e quel tocco di innovazione, ma, sul medio periodo, i ritorni son sempre positivi.
Ciò non toglie che ci siano, soprattutto all’inizio, dati che non brillano.
Spesso lo shopper, di fronte alla novità espositiva, è disorientato. Non trovare il prodotto fedele o la categoria, è un’evenienza da considerare quando si progetta il Category.
Allora, può essere una buona idea avvisare con specifici “cartelli” dei cambiamenti attuati, o mettere a disposizione il personale come fece Auchan, alla fine degli anni 90, con gli addetti abbigliati con una maglietta con la scritta “Chiedimi Dove”, O ancora, venendo ad oggi, i volantini di Unicoop Tirreno che illustrano il nuovo lay-out di un punto vendita di Roma, appena rinnovato.
Certo è uno sforzo, anche perché il personale di vendita è investito di una grande quantità di lavoro: rifornire il banco, ruotare le scadenze, pulire, e compilare tante scartoffie. Insomma una serie di attività che alla fine allontano dalla centralità dello shopper/cliente.
Per partire subito col piede giusto, il coinvolgimento delle vendite oltre al category/buyer è fondamentale. Se si riuscisse poi a comunicarlo e ad aiutare lo shopper all’esordio del display, sarebbe il massimo, magari coinvolgendo anche il personale di vendita dell’azienda (industria) che, come Category Captain ha realizzato assieme al retailer lo studio e l’applicazione a p.v..